Intervista a Thomas Acunzo

Marco Zuccotti

Thomas Acunzo, ala/centro classe 2008 del Napoli Basket, ha da poco concluso la sua prima esperienza all’Adidas NextGen Euroleague con 4.2 punti, 5.8 rimbalzi e 0.5 stoppate di media. Abbiamo avuto la possibilità di conoscerlo meglio e capire quali sono state le tappe della sua carriera fino ad oggi e che tipo di giocatore vorrà diventare tra qualche anno.

Per chi non ti ha mai visto giocare, come descriveresti il tuo stile di gioco?

Mi considero un giocatore intelligente, con una buona capacità di lettura del gioco. In difesa, prediligo il ruolo di rim protector difendendo meglio all’interno dell’area. Sul piano offensivo, sto lavorando per ampliare il mio repertorio, affinando il gioco lontano da canestro. L’obiettivo è crescere tecnicamente, così da poter essere efficace sia in post basso che oltre la linea dei tre punti.

Come hai iniziato a giocare a basket?

Da piccolo, vista la mia altezza, giocavo come portiere a calcio con gli amici. Crescendo, ho seguito le orme di mio fratello maggiore e, guardando le partite nelle cassette di papà, ho iniziato a voler diventare come lui, appassionandomi sempre di più alla palla a spicchi.

Hai da poco concluso la tua prima esperienza all’ANGE, cosa ti ha impressionato maggiormente?

È stata una chiamata del tutto inaspettata, ricevuta da mio padre, che mi ha riempito di orgoglio. Dal punto di vista organizzativo, è stata un’esperienza straordinaria: sin dal primo giorno siamo stati trattati come professionisti, permettendoci di concentrarci esclusivamente sulle prestazioni sportive. Questo aspetto ha contribuito a creare un gruppo molto unito. Sul piano cestistico, considero questa esperienza di fondamentale importanza, poiché mi ha permesso di comprendere meglio sia gli aspetti del mio gioco su cui devo ancora lavorare, sia quelli in cui mi sento più pronto. L’impatto fisico è stato nettamente diverso rispetto al campionato italiano e ho dovuto adattarmi gradualmente al nuovo ritmo di gioco. Tuttavia, grazie alla fiducia dell’allenatore e al supporto dei miei compagni, partita dopo partita sono riuscito a migliorare le mie prestazioni, acquisendo sempre maggiore sicurezza sul campo.

Quali sono i fattori che ti hanno spinto a venire a Napoli da questa stagione?

A Sassari ho disputato solo l’ultima parte della stagione 2022/23, un’esperienza che mi ha dato l’opportunità di inseguire le Finali Nazionali. Non è stato semplice, soprattutto a causa dei numerosi spostamenti necessari per allenarmi e giocare. Verso la fine della stagione, avevo già maturato la decisione di compiere un salto di qualità per la mia carriera, scegliendo così di trasferirmi all’Aquila Basket Trento. Non è stato un anno facile: nella prima parte della stagione ho faticato a trovare spazio in campo, mentre nell’ultima fase, grazie alla maggiore fiducia concessami dal coach, sono riuscito a ritagliarmi un ruolo sia nell’U17 che nell’U19. Durante l’estate, la convocazione per gli Europei in Grecia ha rappresentato un’esperienza preziosa. Terminata questa parentesi in Azzurro, ho deciso di trasferirmi a Napoli, lasciando Trento con grande dispiacere, poiché lì avevo costruito legami umani molto importanti con i miei compagni di squadra. Ho scelto Napoli perché la ritengo la soluzione migliore per la mia crescita, un ambiente in cui mi sento maggiormente al centro del progetto.

Tuo padre ha vinto lo Scudetto, mentre tuo fratello ha giocato in NCAA Division 1 e ha appena vinto la Coppa Italia di Serie B, quali sono i tuoi obiettivi cestistici futuri?

Da bambino sognavo di giocare in NBA, ma crescendo il mio obiettivo è cambiato, oggi il mio traguardo è diventare un giocatore professionista con l’ambizione di raggiungere l’Eurolega.

Quali sono i giocatori ai quali ti ispiri maggiormente?

Mi ispiro molto a mio padre Claudio e a mio fratello Mattia, con cui ho la fortuna di allenarmi durante l’off-season. Questo mi permette di apprendere continuamente e affinare il mio gioco. Qui a Napoli apprezzo molto il modo di giocare di Bentil e Zubcic, due giocatori che, anche in allenamento, si sono dimostrati sempre disponibili a darmi consigli e ad aiutarmi a migliorare.

Da professionista ti vedi più come un 4 o un 5?

Inizialmente credevo che il mio futuro fosse da centro, ma oggi sto lavorando sia sul piano tecnico che fisico per diventare un’ala grande versatile. L’obiettivo è sviluppare un gioco completo, capace di alternare soluzioni spalle a canestro a un tiro affidabile dalla lunga distanza.

Qual è l’aspetto più sottovalutato del tuo gioco?

Credo di essere piuttosto efficace nei tagliafuori offensivi, oltre a contribuire con molte piccole giocate che spesso non compaiono nelle statistiche, ma che reputo importanti per la squadra.

Dove ti vedi tra 5 anni?

Sono un ragazzo che preferisce concentrarsi sul presente piuttosto che pensare troppo al futuro, ma cerco sempre di concludere ogni stagione nel miglior modo possibile. Tra cinque anni terminerà il mio percorso nelle giovanili e spero di essere riuscito a raggiungere il professionismo, puntando a giocare al livello più alto possibile.

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